Cinema e… territorio

Roberto Nini, dell’associazione Narni Sotterranea, racconta i film più aderenti al tema del rapporto con il TERRITORIO.

Quali sono i 3 film del passato (possibilmente italiani) che, secondo te, rappresentano al meglio il rapporto tra cinema e TERRITORIO?

Galileo, Liliana Cavani, 1968

Giordano Bruno, Giuliano Montaldo, 1973

Il nome della rosa, Jean-Jacques Annaud, 1986

Aggiungerei anche un quarto e poco noto film ma di estremo interesse storico:

Gostanza da Libbiano, Paolo Benvenuti, 2000

Perché questi film sono i più rappresentativi nel tema del rapporto col TERRITORIO? Cosa li rende speciali rispetto ad altri film che rappresentano lo stesso argomento?

Sono stati scelti questi film perché l’attività della nostra Associazione si è concentrata, da alcuni anni, nel cercare la documentazione d’archivio che facesse luce sull’inquisizione italiana e in particolare quella umbra.

L’attività principale che svolgiamo è infatti la tutela e la valorizzazione del ricco patrimonio sotterraneo narnese, che annovera tra i luoghi più suggestivi anche le segrete del Sant’Uffizio, con la “Stanza dei Tormenti” e le carceri con i graffiti lasciati dai reclusi in attesa di giudizio. Ricostruire accuratamente la storia di quei luoghi è da sempre stato il nostro obiettivo e questi film ci aiutano nel farlo, mettono in luce un determinato momento storico.

Altro da aggiungere sui film scelti?

Pur essendo film diversi fra loro, il tema principale è appunto la presenza dell’inquisizione. Dal punto di vista cinematografico, quindi guardando la fotografia, la sceneggiatura e l’accuratezza storica, il mio preferito è Il nome della rosa, tratto dal romanzo di Umberto Eco. Molto probabilmente è anche il film che ha goduto di una maggiore disponibilità di mezzi ed ha un cast di tutto riguardo.

Credo che siano tutti film da vedere perché indubbiamente il nostro territorio è stato influenzato e modellato nel periodo medioevale e l’inquisizione ha avuto una grande influenza in tutto ciò.