Ricordando Gastone Moschin

Gastone Moschin, l’ultimo degli Amici miei, aveva scelto Narni come sua città di adozione, dove risiedeva da circa 30 anni. Aveva iniziato la sua carriera nel teatro negli anni Cinquanta, per arrivare poi al cinema, soprattutto nel genere della commedia all’italiana, che decreterà la sua fortuna d’attore. Ha lavorato con i registi Nanni Loy, Luigi Zampa, Mario Monicelli, Damiano Damiani, Antonio Pietrangeli e tanti altri.
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Con le commedie raggiunge rapidamente il pubblico, mentre il plauso della critica arriva con due ruoli drammatici che gli vengono affidati nel 1966: Florestano Vancini lo vuole per Le stagioni del nostro amore mentre Pietro Germi lo chiama per Signore & signori, straordinario affresco delle ipocrisi della provincia italiana che vale a Moschin un Nastro d’argento come migliore attore non protagonista, conquistato con il ruolo di un marito frustrato da una moglie soffocante, che perde la testa per la fascinosa cassiera Virna Lisi. Il film, in versione restaurata, lo abbiamo visto sul grande schermo di Le vie del cinema nel 1998.
Spalla o prim’attore, negli anni successivi Moschin dimostra una grane poliedricità nel passaggio da un genere all’altro, fino ad arrivare al 1975, l’anno d’oro in cui esce al cinema Amici miei con la regia di Mario Monicelli. Moschin è l’architetto Rambaldo Melandri, compare di zingarate di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Duilio Del Prete. Sarà uno dei film più popolari della storia del cinema italiano, cult assoluto, che verrà replicato una prima volta nel 1982 e poi nel 1985. (In alto Gastone Moschin con Virna Lisi nel film  Signore & signori del 1966, sotto in una scena di Milano calibro 9 di Fernando di Leo, 1972)
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Oltre che per il cinema, in cui lavorerà fino al 2010, Gastone Moschin ha lavorato anche per la televisione, in alcuni sceneggiati di Sandro Bolchi, seguitissimi in tv, come Il mulino del Po (1963) e I miserabili (1964) in cui ha interpretato Jean Valjean.