Per grazia ricevuta

Per grazia ricevuta

Con il film Per grazia ricevuta celebriamo il centenario della nascita di Nino Manfredi. Girato in parte nel territorio narnese, racconta la storia di un uomo perseguitato dalle suggestioni religiose fin dalla sua tenera età.

Trama

Il protagonista, Benedetto Parisi, è un ragazzino vivace e sfrontato che vive in un paesino del Basso Lazio. Lo cresce una zia che lo rimprovera continuamente e lo riempie di suggestioni religiose, condizionandolo così tanto da fargli credere di essere in sacrilegio perché per sbaglio vede sua zia mentre si spoglia per un bagno. Quest’episodio lo induce a scappare dalla parrocchia in occasione della sua prima comunione e a gettarsi in un dirupo. Il bambino ne uscirà illeso e tutti crederanno che si tratti di un miracolo. Lo accoglierà un convento francescano dove vivrà e lavorerà per tutta la sua adolescenza, aspettando un segno che gli indichi la sua vocazione.

Nino Manfredi sul set
Copyright © Cineteca Nazionale – Archivio Fotografico
Nino Manfredi regista sul set
Copyright © Cineteca Nazionale – Archivio Fotografico

Il ragazzo scopre invece l’attrazione per l’altro sesso, talmente forte da fargli decidere di lasciare il convento e fare il venditore ambulante. In questa nuova esperienza, l’uomo conosce Oreste, un farmacista ateo che, assieme a sua figlia Giovanna, lo libererà dagli scrupoli religiosi che per tutta la vita lo hanno condizionato.

La famiglia di Giovanna scopre che la ragazza aspetta un bambino da Benedetto. Suo padre ha un attacco di cuore, e sul letto di morte bacia il crocifisso. Il ragazzo vede la scena e ne rimane sconvolto tanto da fuggire e gettarsi da un precipizio sul mare.

Per grazia ricevuta, Nino Manfredi

Produzione, distribuzione e restauro

Per grazia ricevuta è stato girato in larga parte tra la Tuscia, l’Umbria e il Basso Lazio. Alcune scene sono state girate presso l’Abbazia di San Cassiano e allo Speco di San Francesco a Narni: in particolare, le due località costituiscono il set del convento in cui Benedetto vive e lavora. L’Abbazia viene sfruttata per gli esterni del monastero, mentre lo Speco francescano viene utilizzato per filmare gli interni e il chiostro.

Riconoscimenti

1971: Premio per la miglior opera prima al Festival di Cannes
1971: David di Donatello a Nino Manfredi,
1972: Nastro d’argento per la migliore sceneggiatura e il miglior soggetto

Restauro a cura di CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con RTI – Mediaset